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L'ECONOMIA CIRCOLARE DEGLI PNEUMATICI FUORI USO: LE SFIDE PER IL COMPARTO ITALIANO

Una decisione del Comitato Reach della Commissione Europea mette a rischio la filiera italiana del riciclo della gomma. In un convegno si è discusso delle possibili alternative e azioni da intraprendere.




Lo scorso 26 aprile, il Comitato Reach della Commissione Europea ha approvato una proposta di restrizione, che sarà esaminata e votata definitivamente in Consiglio e in Parlamento Europeo entro i prossimi due mesi, che prevede che, dopo un periodo transitorio di 8 anni, venga meno l’impiego del granulo di gomma riciclata da 0,5 mm come intaso nelle pavimentazioni sportive in erba sintetica.

Secondo Unirigom, l’Unione Recuperatori Italiani della Gomma:

la filiera della raccolta e riciclo degli pneumatici fuori uso rischia di bloccarsi, a causa dell’assenza di mercati di sbocco per i materiali ottenuti dal loro trattamento e riciclo. Una situazione critica per gli operatori che verrà a determinarsi a seguito del probabile stop europeo all’uso di gomma riciclata nei campi da calcio in erba sintetica, un’eccellenza italiana. Chiediamo ai Ministeri dell’Ambiente e al Ministero delle Imprese e del Made In Italy di avviare un tavolo di confronto con gli operatori che hanno investito in questo settore per garantirgli un futuro circolare

In Italia vengono raccolte e gestite annualmente circa 370.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU): circa il 52% della gomma viene avviato a recupero energetico, mentre le restanti 160.000 ton (48%) sono destinate a recupero di materia. Dei PFU recuperati energeticamente la maggior parte viene esportata verso impianti situati all’estero (in prevalenza Turchia), mentre meno di 50.000 ton sono recuperate dai 5 impianti autorizzati a livello nazionale. Per quanto concerne il recupero di materia, piuttosto complesso per i materiali ottenuti da PFU, circa 135.000 ton vengono avviate a granulazione per poi essere impiegate principalmente (più del 50%) come intaso per le superfici sportive. Ancora molto limitato è l’uso del polverino ottenuto dal trattamento come additivo per la posa dei cosiddetti asfalti gommati che invece, se adeguatamente supportato, garantirebbe l’assorbimento di quantità significative di materiale.


L’impatto sul mercato del granulo di gomma da PFU

Si tratta di un mercato che oggi assorbe in Europa circa il 40% del granulo di gomma riciclata prodotto e una tecnologia impiegata in circa 5.000 impianti sportivi in tutta Italia, di cui oltre 1.600 omologati da parte della Lega Nazionale Dilettanti e quindi realizzati secondo i più avanzati requisiti tecnici e di sostenibilità, anche per quanto attiene l’abbattimento del rischio di dispersione del materiale di intaso prestazionale, solitamente costituito da granuli di gomma riciclata.

Questa decisione, peraltro attesa tanto da essere anticipata da Renzo Maggiolo, Presidente Unirigom in questa intervista , può avere un impatto notevole non solo sul settore sportivo, ma sull’intera filiera italiana del riciclo della gomma, un comparto in cui il nostro Paese è all’avanguardia in Europa.

Nel corso del convegno, Maggiolo ha peraltro sottolineato come:

il bando assoluto dell’utilizzo del granulo riciclato nei campi di calcio costituisce una misura assolutamente non proporzionata al rischio effettivo per l’ambiente, e determina un danno irreparabile all’economia circolare privando il settore del riciclo di uno dei principali sbocchi di utilizzo di questi materiali. Ad oggi infatti l’Italia non dispone di soluzioni alternative a far fronte alla maggiore quantità resa disponibile dal bando di questa applicazione (considerato inoltre, com’è ovvio, il divieto di smaltire i PFU in discarica) e quindi sarebbe costretta ad aumentare l’esportazione fuori della Comunità, con ulteriori aggravi di costi per l’ambiente e per la filiera della gestione dei PFU (che si andrebbero inevitabilmente a riflettere sugli eco contributi applicati sul prezzo degli pneumatici pagato dai consumatori)

Ecopneus, Unirigom e Assoambiente: un convegno per sensibilizzare la politica

È in questo contesto che, il 23 maggio, due delle Associazioni di riferimento del settore della gomma, insieme ad Assoambiente, hanno organizzato a Roma un convegno dedicato al futuro dell'economia circolare nel settore del riciclo degli pneumatici fuori uso. L'obiettivo principale è di portare all'attenzione delle parti interessate istituzionali i principali elementi critici che minacciano la catena di gestione degli PFU e le proposte che i promotori hanno individuato per superarli.

Per le Istituzioni hanno presenziato la dottoressa Mastachini delegata dal dott. Carlo Zaghi, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Dania Esposito, Responsabile sezione sostanze pericolose ISPRA, Francesco Virtuani, Divisione Economia circolare e politiche per lo sviluppo ecosostenibile Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Roberta De Carolis, Ricercatrice Dipartimento di Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, ENEA 11:10. Il Viceministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Vannia Gava ha dovuto purtroppo disdire la sua presenza a causa dell’emergenza in Emilia-Romagna, ma ha tenuto ad inviare un messaggio di partecipazione alle attività.

L'evento ha permesso di evidenziare le opportunità e le sfide che il Paese affronta nel settore della gestione sostenibile degli pneumatici fuori uso. Fra i relatori erano presenti numerosi esperti e professionisti del settore, tra cui Roberto De Simone, CSO di Rubber Conversion, che ha portato la testimonianza delle molte opportunità aperte per il recupero della gomma grazie alle tecnologie di riciclo chimico.


Un rischio concreto per l’industria italiana della gomma

Il convegno era incentrato sul pesante impatto per l’economia circolare dei PFU, con il rischio concreto di progressiva chiusura di impianti di produzione di granulo sul territorio nazionale, scaturente dal recente pronunciamento della Commissione Europea – Comitato Reach: un passaggio cruciale per l’intero settore nazionale ed europeo del riciclo, che impedirà l’utilizzo degli intasi polimerici nelle superfici sportive in erba sintetica, per evitare, è la posizione del Comitato, la dispersione in ambiente dei microgranuli.

L'evento ha fornito un'importante piattaforma per esaminare le nuove prospettive, le innovazioni tecnologiche e le strategie di gestione sostenibile dei rifiuti di pneumatici.


Un limite per lo sviluppo tecnologico dell’economia circolare dei pneumatici fuori uso

Il provvedimento europeo definisce una ristretta rosa di possibili impieghi per la gomma riciclata, di fatto tagliando fuori le nuove opportunità aperte grazie a ricerca e sviluppo nel settore, già concrete in altri mercati esteri. In particolare, mette un limite alla possibile introduzione di nuove tecnologie, alcune già sperimentate, altre in fieri, fermando, di fatto, lo sviluppo del settore.



Roberto De Simone, CSO di Rubber Conversion:

Se è vero che la decisione del Comitato Reach mette a rischio la sopravvivenza degli impianti di produzione del polverino di gomma e i relativi posti di lavoro esistono però numerosi impieghi alternativi all’utilizzo negli invasi che forniscono ottime opportunità di continuità produttiva e permettono di spingere ulteriormente il riciclo e il recupero degli pneumatici fuori uso. In particolare, processi di riciclo chimico quali la pirolisi e la devulcanizzazione offrono alternative efficaci e tecnologicamente provate per continuare a utilizzare questo materiale, garantendo continuità alla filiera industriale. A oggi esistono però restrizioni sul fronte legislativo ed è quindi indispensabile un intervento correttivo

La pirolisi: classificare la gomma granulare come idonea al recupero

Tra queste la pirolisi dalla gomma riciclata, attraverso cui è possibile ottenere oli e carbon black che possono essere riutilizzati nella produzione di pneumatici nuovi, chiudendo il cerchio del riuso dei PFU. Fondamentale, quindi, che la Gomma Vulcanizzata Granulare (GVG) sia classificata come prodotto utilizzabile nei processi di pirolisi (eliminando quindi per questo processo la definizione di “recupero di rifiuti”) e soprattutto la definizione di uno schema chiaro e unico a livello nazionale per l’iter di autorizzazione degli impianti di pirolisi dei PFU, per garantire tempi chiari e certi per tutti i soggetti coinvolti.


L’importanza degli asfalti con polverino di gomma

Durante il convegno è stata evidenziata l'importanza della diffusione degli asfalti con polverino di gomma come un'opportunità significativa nell'economia circolare degli pneumatici fuori uso in Italia. Questa tecnologia permette di utilizzare il polverino di gomma recuperato come componente per la produzione di miscele bituminose utilizzate per la pavimentazione stradale.

L'utilizzo degli asfalti con polverino di gomma offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, consente di ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini e contribuisce alla conservazione delle risorse naturali e alla riduzione dell'impatto ambientale. Inoltre, l’aggiunta del polverino di gomma permette di migliorare le caratteristiche dell'asfalto, conferendo maggiore elasticità e resistenza, aumentandone la durata e la capacità di assorbire gli urti, riducendo la formazione di crepe e fratture nella pavimentazione stradale. Questo porta a una maggiore sicurezza e a una riduzione dei costi di manutenzione nel lungo termine.

La diffusione degli asfalti con polverino di gomma, tuttavia, affronta anche alcune sfide. È necessario sviluppare standard di qualità per garantire la sicurezza e l'affidabilità delle miscele bituminose che lo contengono. Inoltre, è fondamentale promuovere la consapevolezza e l'accettazione da parte delle autorità competenti e degli stakeholder del settore delle infrastrutture stradali.

Nonostante queste sfide, l'utilizzo degli asfalti con polverino di gomma rappresenta un'opportunità concreta per il settore. La collaborazione tra il pubblico e il privato, l'investimento nella ricerca e lo scambio di conoscenze tra le parti interessate può favorire la diffusione di questa tecnologia, portando a una gestione più sostenibile degli pneumatici fuori uso e alla creazione di un'economia circolare più forte e resiliente.


Il ruolo della politica e delle normative

L'evento ha sottolineato l'importanza di politiche e regolamentazioni efficaci per promuovere l'economia circolare degli pneumatici fuori uso in Italia. È necessario un quadro normativo chiaro e incentivi economici per favorire la raccolta differenziata, il riciclaggio e il corretto smaltimento degli pneumatici usati. Le politiche di economia circolare devono essere integrate a livello nazionale e regionale per garantire una gestione sostenibile e uniforme in tutto il Paese.


L’importanza della collaborazione tra enti pubblici e privati

Durante il convegno, è emerso l'importante ruolo della collaborazione tra enti pubblici e privati nella promozione dell'economia circolare degli pneumatici fuori uso. La sinergia tra il settore pubblico, le aziende e le organizzazioni del settore può favorire lo scambio di conoscenze, la condivisione delle migliori pratiche e la realizzazione di progetti innovativi. Inoltre, è fondamentale favorire la creazione di reti di collaborazione che coinvolgano tutti gli attori della filiera degli pneumatici fuori uso.

Su questo fronte, l’On. Vannia Gava - Viceministro Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha affermato nel suo messaggio che:

L’impegno del Governo e del Ministero dell’Ambiente è per una maggiore sostenibilità che sia ambientale, sociale ed economica. Dal canto nostro abbiamo subito raccolto le istanze del settore e avviato la revisione del decreto End of Waste per i PFU che renderà più flessibile gli usi della gomma riciclata. Nella revisione i nuovi usi comprenderanno nuovi mercati che auspichiamo possano in parte sostituire quello degli intasi sportivi e con i CAM strade saranno inseriti i requisiti minimi obbligatori per la presenza di materiali derivanti dal riciclo dei PFU nelle miscele bituminose, così da aumentarne la durabilità e la resistenza e soddisfare così una domanda sempre più crescente, alimentata anche dai fondi del PNRR e fondamentale per consentire al Paese di fare ancora un passo in più nel settore del riciclo e dell’economia circolare

Al termine del convegno, Federico Dossena - Direttore Generale di Ecopneus, ha dichiarato che:

Le sfide che abbiamo davanti, come sempre, sono per Ecopneus opportunità di miglioramento per il sistema di recupero dei PFU. Chiediamo agli stakeholder tecnici e istituzionali di seguire questo nostro lavoro e di supportare il percorso che ci attende con gli interventi normativi e regolatori necessari. Fine del nostro impegno sono gli obiettivi di sostenibilità ed economia circolare nel Paese, di cui le Istituzioni sono i primi responsabili. Asfalti con polverino di gomma e riciclo chimico dei PFU restano ambiti cruciali su cui chiediamo a tutti i soggetti responsabili di fare la propria parte, con azioni chiare e concrete

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